Ant-Man and The Wasp: Quantumania, lo sceneggiatore spiega l’importanza della sconfitta per Kang il Conquistatore.
Il 15 febbraio è uscito al cinema Ant-Man and The Wasp: Quantumania, il terzo capitolo sulle avventure di Scott Lang (Paul Rudd) e di Hope van Dyne (Evangeline Lilly) che inaugura la Fase 5 del Marvel Cinematic Universe. Nel film la famiglia Pym si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e ad affrontare il pericoloso Kang il Conquistatore, interpretato nuovamente da Jonathan Majors dopo il suo debutto in Loki.
Durante un’intervista con The Hollywood Reporter, lo sceneggiatore Jeff Loveness ha parlato a ruota libera del suo lavoro su Ant-Man and The Wasp: Quantumania e della (controversa) sconfitta di Kang nel finale del film da parte di Scott Lang e il resto della sua famiglia. In particolare, Loveness ha posto l’accento sull’importanza della sconfitta per l’arco narrativo di Kang, paragonandolo a figure storiche come Alessandro Magno e Giulio Cesare:
THR: “Questo film aveva l’arduo compito di introdurre il grande cattivo della Saga del Multiverso e renderlo abbastanza minaccioso al punto da temere anche le varianti di Kang. Ma, al tempo stesso, hai dato ai Lang, ai Pym e ai Van Dyne una vittoria collettiva su Kang. Quindi qual è stato il tuo approccio a questo gioco di destrezza?”
Loveness: “Con Kang, il pericolo era di cadere in un altro villain derivativo che viaggia nel tempo e nel Multiverso. ‘Endgame‘ aveva usato l’espediente del viaggio nel tempo nella trama del film, e ci sono un sacco di altri personaggi che viaggiano nel tempo o nel Multiverso. E così ho pensato che sarebbe stato interessante approcciarsi al personaggio prima di mostrare gli elementi fantascientifici più grandiosi che lo riguardano. Io e Peyton [Reed] ci siamo imbattuti nell’idea di Napoleone in esilio, dove è tagliato fuori dai suoi poteri temporali. Lo incontriamo alla fine di una storia che non conosciamo ancora. Persone come Alessandro Magno o Giulio Cesare sono definite tanto dalle loro sconfitte quanto dalle loro vittorie, e così ho pensato che sarebbe stato umanizzante mostrare un Kang che è appena stato sconfitto. È come un Giulio Cesare che è appena stato assassinato da altri cinquanta Giulio Cesare e esiliato. [ride] Oppure è come Alessandro Magno che tornando dall’India non aveva più mondi da conquistare.”