Ant-Man and The Wasp: Quantumania, Jonathan Majors sulla prima scena dopo i titoli di coda: “È stato folle girarla!”
Il 15 febbraio è uscito al cinema Ant-Man and The Wasp: Quantumania, il terzo capitolo sulle avventure di Scott Lang (Paul Rudd) e di Hope van Dyne (Evangeline Lilly) che inaugura la Fase 5 del Marvel Cinematic Universe. Nel film la famiglia Pym si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e ad affrontare il pericoloso Kang il Conquistatore, interpretato nuovamente da Jonathan Majors dopo il suo debutto in Loki.
La prima scena dopo i titoli di coda si apre in una location futuristica sconosciuta, in cui delle misteriose figure si muovono nell’ombra. Molto presto scopriamo che si tratta di altre Varianti di Kang, ossia il faraone Rama-Tut, Immortus e Centurion, che hanno radunato tutte le loro versioni alternative provenienti dal Multiverso. La scena si chiude con un’inquadratura di una gigantesca arena piena di migliaia e migliaia di Varianti di Kang, pronte a scatenare una Guerra del Multiverso contro l’umanità e contro gli Avengers.
Nel corso di un’intervista con Josh Horowitz per il podcast Happy, Sad Confused, Jonathan Majors ha parlato del suo lavoro su Ant-Man and The Wasp: Quantumania, definendo “folle” la sua esperienza sul set durante le riprese della prima scena post-credits:
“È stato folle. Come hai detto, sto avendo dei flashback di quando andavo alla scuola di recitazione a Yale… E poi alle due del mattino, quando non c’è nessuno, cerchi di schiarirti le idee. Tutto quel lavoro, tutta quella robaccia che ti immagini… Tutto funziona e gioca un ruolo a un certo punto. È stato folle fare alcune di quelle cose. Folle.”
Quando gli è stato chiesto quale sia stata la versione del personaggio che ha preferito interpretare, Majors ha aggiunto:
“Ognuno di loro. Onestamente ognuno di loro. Immortus è malvagio, Rama-Tut è malvagio, Centurion è malvagio… Con alcune delle altre versioni mi stavo divertendo… Anche quei ragazzi sono molto divertenti da interpretare. Sono molto felice di poterne parlare, perché era una cosa molto privata e segreta. Solo io e altre due persone nel mondo lo sapevano, e sapevano perché lavorassi nel week-end o di domenica [ride].”