Ant-Man and The Wasp: Quantumania, Jonathan Majors reagisce alle recensioni negative: “Sono solo persone, hanno un’opinione.”
Il 15 febbraio è uscito al cinema Ant-Man and The Wasp: Quantumania, il terzo capitolo sulle avventure di Scott Lang (Paul Rudd) e di Hope van Dyne (Evangeline Lilly) che inaugura la Fase 5 del Marvel Cinematic Universe. Nel film la famiglia Pym si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e ad affrontare il pericoloso Kang il Conquistatore, interpretato nuovamente da Jonathan Majors dopo il suo debutto in Loki.
Nonostante un’ottima partenza al box-office americano, il film di Peyton Reed ha letteralmente diviso la critica di settore diventando la seconda pellicola del Marvel Cinematic Universe con la percentuale più bassa su Rotten Tomatoes, al punto da essere reputata “Rotten” sul sito (traducibile con “marcio”, ossia non meritevole della visione). Questo punteggio, insieme al basso CinemaScore attribuito dal pubblico, potrebbe aver influito sul passaparola, comportando il devastante calo registrato nel secondo week-end.
Durante il podcast Screen Talk di IndieWire, Jonathan Majors ha reagito alle recensioni negative di Ant-Man and The Wasp: Quantumania, spiegando che l’accoglienza mista della critica non ha avuto alcun impatto sulla sua percezione di sé:
“Non cambia il modo in cui vedo me stesso, punto. Sono solo dati. La mia è una performance in una storia. Una cosa che dirò al mio team sarà ‘Come sta andando il film?’ Cerco di pensare solo alla mia parte. La risposta è: ‘Sei bravo. Ti apprezzano.’ E mi parlano del film. A volte anche il film è a quel livello, e altre volte no.”
“Sono solo persone. Hanno un’opinione. Si ha sempre un’opinione. Non sono uno stupido. So che le persone che stanno scrivendo quelle cose non sono i miei professori di Yale o i miei insegnanti di teatro. Sono persone che hanno figli e che hanno un punto di vista, hanno un’educazione religiosa o forse no. Vivono in questa città, o vogliono essere visti in questo modo o non vogliono essere visti in questo modo. Guardo al totale e, ok, 47%. Ma cosa significa 47% quando fai questi risultati al box-office? Cosa significano queste cose? Sono informazioni. Io ne sono al corrente. Se sei un critico a un certo livello, probabilmente ti conosco e capisco la tua politica. L’arte è intrinsecamente politica e se un cinema o un teatro rappresenta la democrazia, i critici sono scrittori politici. Io sono un attore, un politico, un cittadino. Tutte queste cose sono vere. Lo trovo affascinante. Io sono un essere umano come chiunque altro.”