Ant-Man and The Wasp: Quantumania, il supervisore degli effetti visivi smentisce i report sulle modifiche al terzo atto.
Il 15 febbraio è uscito al cinema Ant-Man and The Wasp: Quantumania, il terzo capitolo sulle avventure di Scott Lang (Paul Rudd) e di Hope van Dyne (Evangeline Lilly) che inaugura la Fase 5 del Marvel Cinematic Universe. Nel film la famiglia Pym si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e ad affrontare il pericoloso Kang il Conquistatore, interpretato nuovamente da Jonathan Majors dopo il suo debutto in Loki.
Nelle ultime settimane il film di Peyton Reed si è trovato al centro di numerose discussioni riguardanti le insostenibili condizioni di lavoro degli addetti agli effetti visivi e la mancanza di assistenza sanitaria per gli artisti dei VFX, lamentele che hanno portato alla creazione di nuovo sondaggio IATSE (sindacato che rappresenta oltre 150.000 tecnici, artigiani e lavoratori del mondo dell’intrattenimento, del teatro, del cinema e della televisione negli USA) per aiutare a sindacalizzare l’industria.
Nonostante i Marvel Studios siano stati accusati recentemente di aver apportato delle pesanti modifiche all’ultimo minuto al terzo atto del film in una fase troppo avanzata, in un’intervista con IndieWire Jesse James Chisholm, supervisore degli effetti visivi di Ant-Man and The Wasp: Quantumania, ha difeso la qualità del lavoro, suggerendo che il team di seconda unità abbia gradualmente migliorato le scene di combattimento:
“Il nostro terzo atto non è cambiato. È sempre stato enorme, è stato solo compattato. Ma non c’è stata nessuna nuova storyline. Avevamo un solido costrutto del film. Tutto quello che è successo è stato renderlo sempre più stretto. La Marvel cerca sempre di migliorare i propri film. Se avessi realizzato qualcosa dall’aspetto fantastico ma piatto, lo avrebbero scartato e avrebbero cercato qualcosa che funzionasse meglio.”
“Abbiamo avuto i nostri momenti di stanchezza in alcuni periodi, solo per lo fatica di assemblare tutto insieme. Ho lavorato a Digital Domain, sapevo cosa comportasse il lavoro. Ed è impegnativo e difficile. Avevo il beneficio della salute, la mia compagnia si è presa molta cura di me. La speranza è che le aziende possano accettare il lavoro… senza mettere sotto sforzo gli artisti. Sanno che ci sarà un certo numero di cambiamenti e ci uniremo tutti per far funzionare le cose. Penso che ci sia un cambiamento in atto e penso che i fornitori stiano iniziando a dire di no.”