Ant-Man and The Wasp: Quantumania, il regista ha commentato le polemiche degli artisti degli effetti visivi.
Negli ultimi mesi sono emerse online le testimonianze di numerosi artisti dei VFX – che si occupano della realizzazione degli effetti visivi dei blockbuster di Hollywood – che hanno denunciato le condizioni di lavoro legate ai progetti dei Marvel Studios come l’impatto delle tempistiche opprimenti sul loro stato d’animo e la mole di lavoro non proporzionale alla paga. La compagnia, infatti, esercita molto potere sulle aziende che si occupano di effetti visivi e chiede di continuo diversi cambiamenti nel bel mezzo della lavorazione, ben più di ogni altro cliente dell’industria cinematografica.
Durante l’intervista promozionale con Collider, il regista Peyton Reed ha riflettuto sulla crisi degli effetti visivi che sta colpendo l’industria dell’intrattenimento e il Marvel Cinematic Universe. Quando gli è stato chiesto se le difficoltà riscontrate dagli artisti dei VFX e le scadenze opprimenti abbiano rappresentato una preoccupazione durante lo sviluppo di Ant-Man and The Wasp: Quantumania, il regista ha dichiarato:
“Penso che vada a finire sempre così con ogni film, anche se hai una piccola quantità di effetti visivi. Ma ovviamente in questo caso avevamo 2600 shot con effetti visivi, e l’obiettivo era convincere il pubblico di trovarsi nel Regno Quantico, giusto? Sono vitali per la narrazione. Apprezzo molto gli artisti degli effetti visivi e le compagnie con cui lavoriamo per questi film. Ho avuto dei pre-vis e post-vis realizzati nelle prime fasi mentre stavamo girando, e poi nella mia Director’s Cut, per cercare di dare a tutti più spazio di manovra possibile.”
“Ora vengono realizzati un sacco di film e di serie streaming che richiedono effetti visivi e bisogna dare il tempo necessario a quegli artisti non solo di ideare quegli shot ma anche di renderizzarli. Eravamo molto preparati per quanto riguarda la creazione di quegli shot. Quindi siamo stati in grado di dare ai fornitori tutte le informazioni di cui avevano bisogno e hanno avuto un ottimo punto di partenza.“