Durante una recente intervista con Entertainment Weekly, Alan Moore (autore di storie del calibro di Watchmen, Batman: The Killing Joke, Swamp Thing e V per Vendetta) ha detto la sua sul fandom dei fumetti e dei film spiegando che se da un lato è molto importante per l’industria, dall’altro è altamente tossico e ridicolo:
Permettetemi di chiarire la mia posizione: credo che il fandom sia un organo meraviglioso e vitale della cultura contemporanea, senza il quale questa cultura alla fine ristagna, si atrofizza e muore.
Allo stesso tempo, sono sicuro che il fandom sia a volte una piaga grottesca che avvelena la società che lo circonda con le sue ossessioni meschine e il suo ridicolo, ingiustificato senso del diritto.
L’autore ha poi parlato dell’influenza che i social hanno avuto sul fandom, del fatto che l’età media sia alta e di come tutto ciò l’abbia fatto allontanare dalla vita pubblica:
Non avendo mai cercato un rapporto di celebrità pop con i lettori, mi sono ritirato per gradi dal lato social dei fumetti, acquisendo nel frattempo la fama di eremita furioso e insondabile.
E quando mi sono guardato indietro, dopo internet e dopo qualche decennio, il fandom era un animale molto diverso. Un animale più vecchio, per esempio, con un’età media di circa 40 anni, alimentato, presumibilmente, da una nostalgia di cui il suo energico predecessore era troppo giovane per soffrire.
Moore ha poi detto come secondo lui l’aumento dei prezzi dei fumetti abbia contribuito all’aumento delle critiche tossiche da parte di un certo fandom e di come questo abbia causato il progressivo allontanamento di potenziali nuovi e giovani appassionati:
Mentre la volgare storia a fumetti era originariamente offerta solo alle classi lavoratrici, l’impennata dei prezzi al dettaglio aveva precluso qualsiasi pubblico tranne i più abbienti; aveva imborghesito un quartiere di bassifondi culturali precedentemente vivace e animato. Questo aumento dell’età e dello status del fandom spiega forse il suo attuale senso di privilegio, la sua tendenza a criticare e a cavillare anziché contribuire o creare.
Lo scrittore britannico ha poi paragonato il senso di diritto che i fan tossici dei fumetti provano alle persone che nel 2017 hanno votato Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d’America o che nel 2019 hanno dato il voto all’ex-Primo Ministro Inglese Boris Johnson spiegando come questi personaggi traggano profitto più dalle loro apparizioni in televisione che da qualsiasi risultato in politica. Moore, però, ha evitato di paragonare direttamente i fan dei supereroi a chi sostiene Trump.
All’alba del 21° secolo, Moore ha pian piano iniziato ad allontanarsi dalla scrittura di fumetti in favore delle storie brevi (come la raccolta pubblicata nel 2022 intitolata Illuminations – I racconti fantastici) e dei romanzi (come Jerusalem, pubblicato nel 2016, e The Great When: Il Grande Quando, romanzo pubblicato pochi giorni fa e il primo di una serie già pianificata). Nel 2022 ha annunciato che The League of Extraordinary Gentlemen: The Tempest sarebbe stato il suo ultimo fumetto, ma recentemente ha ammesso:
Amerò e adorerò sempre il medium fumetto, ma l’industria del fumetto e tutto ciò che vi è collegato è diventata insopportabile.
In conclusione, l’autore ha ribadito quanto detto all’inizio aggiungendo che ognuno è libero di esprimere i propri pareri senza però doverli imporre agli altri:
Un entusiasmo fertile e produttivo può arricchire la vita e la società, ma uno spostamento delle frustrazioni personali in velenose filippiche sull’hobby della propria infanzia può svalutarle. Il fatto che una cosa piaccia abbastanza va bene. Non c’è bisogno del machete o del megafono.